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SOCIAL E RISCHIO OVERDOSE INFORMATIVA

Come essere iperconnessi influisce sulle capacità mnemoniche


Da qualche decennio gli adattamenti della società alla tecnologia le hanno concesso di infiltrarsi, sempre più profondamente, in ogni ambito della quotidianità, modificando persino il modo in cui le persone pensano, percepiscono la realtà e compiono delle scelte.


A dare un brivido di eccitazione è l’idea di poter esibire un ricordo personale che però diventa universale; una prova concreta della presenza del singolo individuo nel mondo, privandolo della fatica mentale che impregna il ricordo di un valore aggiunto: la memorizzazione. Ecco quindi che sul cellulare e sul pc vengono archiviati numeri di telefono, anniversari, compleanni, foto, dati sensibili, segreti inconfessabili.


L’era digitale - allo stesso modo della stampa che in passato ha segnato il passaggio dalla cultura orale a quella scritta - è riuscita a scardinare e ribaltare un’abitudine ormai consolidata: da una società dell’oblio selettivo in cui si era costretti a selezionare cosa conservare e cosa perdere, si è passati ad una società su cui aleggia una memoria universale, sovraccarica di informazioni e perenne.


Il rischio tuttavia è quello di perdere di vista ciò che è importante e reale, prediligendo il contenuto rapido a quello approfondito. Trascorrere troppe ore sui social, per esempio, può compromettere le capacità mnemoniche e causare la perdita di informazioni rilevanti: il tempo che un utente passa sui social network causa una sorta di “overdose informativa” tale da far perdere contenuti importanti dalla propria memoria, per far posto ad una nuova mole di dati spesso superflui (Fransen, 2013). Gli effetti di una vita iperconnessa, senza pause fisiologiche, potrebbero quindi manifestarsi sulle capacità mnemoniche, in quanto sono proprio i periodi di pausa tra un compito e l’altro che permettono al cervello di processare le informazioni appena apprese che stanno alla base della memoria a breve termine.


A che tipologia di processi mentali ci sta dunque abituando questa assuefazione da social? A queste ed altre domande si proverà a dare risposta nella conferenza “Adolescenti nella rete” online su piattaforma zoom il 27 Novembre 2020.




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