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TRAUMA

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Un trauma è un evento improvviso, che rompe il senso di interezza, di continuità soggettiva, producendo un impatto rispetto al quale la persona si trova impreparata.

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Quando si fa riferimento a un trauma, la prima cosa che ci viene in mente è spesso un incidente, un episodio di violenza, o ancora una grande disastro che cambia improvvisamente gli equilibri vitali e il corso della vita in maniera tangibile. Più precisamente, riteniamo che un trauma sia un evento eccezionale o comunque di grande portata.

IL TRAUMA PSICOLOGICO

​Anche sul piano psicologico – ormai non è più un mistero –possono verificarsi dei traumi. Uno dei più conosciuti è il trauma dell’abbandono, che agisce sulle strutture più profonde di un individuo, ovvero quelle connesse al senso di sicurezza che un legame stabile può offrire. Naturalmente, nel caso in cui sia un bambino a subire un abbandono, le conseguenze saranno decisamente più gravi che nel caso di un adulto: nella fattispecie, l’abbandono è il trauma più grave che un bambino possa subire.

​Vi sono varie tipologie di traumi psicologici, dal bullismo al mobbing, allo stalking, senza considerare ovviamente i risvolti psicologici di un trauma fisico. Se questi sono piuttosto riconoscibili, ormai, anche grazie alla risonanza sui vari media della gravità di episodi di questo tipo, ve ne sono altri decisamente più subdoli, che avvengono in maniera sottile e continuativa, e rispetto ai quali il soggetto fa molta fatica a districarsi, soprattutto se non possiede competenze specifiche e di un certo livello. Si tratta di modalità relazionali, siano esse personali o lavorative, caratterizzate da atteggiamenti difficilmente inquadrabili, rispetto alle quali la persona prova un disagio (fino ad avere dei veri e propri attacchi di panico!) che  fatica a descrivere, a farsi comprendere da chi le sta vicino.

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LA PERCEZIONE SOGGETTIVA DEL TRAUMA

Un aspetto fondamentale del trauma è che le sue conseguenze dal punto di vista psicologico sono alquanto soggettive, cioè dipendono dal modo in cui una persona è, innanzitutto, in grado o meno di ricevere e attutire il colpo. In secondo luogo, ciò che conta, è il modo di percepire a posteriori un avvenimento, che spiegazioni siamo in grado di dare a ciò che è accaduto, gli strumenti che abbiamo a disposizione per dargli un senso, per inserirlo nella storia della nostra vita.

IL TRAUMA NEL CORPO

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Le ricerche neurobiologiche internazionali ormai concordano nell’attribuire al corpo un ruolo centrale nell’assorbire le conseguenze di un trauma, sia esso fisico, psicologico o entrambi. Potrebbe sembrare strano dal momento che per decenni molte teorie hanno attribuito anche a eventi fisici delle cause psicologiche, e spesso ancora lo fanno. In realtà, a partire dal primo articolo pubblicato da Hans Selye sulla risposta di stress negli anni ’30, doveva apparire chiaro che è proprio nel corpo che essa si gioca primariamente, a partire da una scarica adrenalinica generata dalle ghiandole surrenali. Per questo motivo, da oltre 25 anni all’Istituto di Psicosomatica Integrata si leggono i fenomeni traumatici a partire da ciò che accade nel corpo, che diventa uno strumento di ascolto e comprensione di ciò che la persona sta vivendo al di là della propria consapevolezza.

IL DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS

Spesso si tende a pensare che una volta passato il momento, anche gli effetti del trauma siano superati. Il disturbo post-traumatico da stress è un fenomeno che contraddice questa convinzione: la persona continua per mesi a rivivere mentalmente l’evento, non riuscendo a liberarsene e a ritrovare la serenità.

 

Ma anche quando si riesce, seguendo i consigli di familiari o amici, a distrarsi, a pensare ad altro, secondo la regola dell’”occhio non vede, cuore non duole”, in realtà spesso nel corpo continuano ad essere attivi dei processi che influenzano il nostro benessere, facendoci sentire più deboli, stanchi, senza forze, o al contrario irritabili, intrattabili o addirittura irascibili.

 

Il concetto di Competenza Somatica ci aiuta a comprendere questi stati d’animo proprio a partire da ciò che possiamo ascoltare nel corpo: una tensione, una sensazione spiacevole, addirittura un dolore, possono rivelarci molti aspetti dei nostri vissuti che non avremmo mai considerato attraverso il solo ragionamento logico. Gli effetti nel corpo, ad esempio sulla postura, o su tensioni viscerali di cui non ci rendiamo conto, possono perdurare anche per molti anni, con conseguenze a catena sul nostro benessere psico-somatico.

IL CONFLITTO SOMATICO

L’aspetto forse più difficile da riconoscere in seguito a un trauma è probabilmente il conflitto somatico. In seguito a un incidente, ad esempio, potremmo sentirci bloccati (ciò che in gergo tecnico si chiama freezing) o, al contrario, iper-attivati, fino a provare ansia o panico, o al contrario, depressione, perché nel corpo si sono consolidate delle tracce neurologiche che mettiamo automaticamente in atto accanto ai circuiti neuromuscolari più “sani”. Il termine “conflitto somatico” indica proprio la presenza di più schemi neurologici paralleli: quando siamo stressati, o ci troviamo in una situazione che inconsapevolmente ci ricorda un trauma o un incidente vissuto, è nel corpo si attiveranno facilmente i circuiti neurali connessi all’evento, influenzando anche gli equilibri muscolo-scheletrici. Può accadere perfino che la persona non ricordi neanche di aver vissuto un certo evento, quando si pone una domanda esplicita. E’ però molto affascinante, oltre che molto utile per ricostruire le cause di un malessere, osservare come, al di là della consapevolezza, nel corpo siano depositate delle memorie elicitabili anche a distanza di molti anni, che creano schemi corporei tra loro in contrasto, a partire dalle quali è possibile lavorare per elaborare il trauma vissuto. 

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