Bullismo e Cyberbullismo
Nonostante la recente presa di coscienza a livello sociale e gli interventi sinora compiuti sul bullismo, le ricerche rivelano molta sofferenza nei ragazzi, e un’ingravescenza che spinge a interrogarsi e a introdurre nuovi strumenti.
Progetti per genitori, insegnanti e studenti
Il bullismo e il cyberbullismo sono fenomeni sempre più preoccupanti dal punto di vista sociale.
In particolare, durante periodo di lockdown il cyberbullismo è aumentato, insieme ad altri fenomeni di molestie online, di circa sei volte, e successivamente ha continuato a crescere.
In accordo con le Linee guida del Miur sul bullismo e cyberbullismo, per far fronte al fenomeno è necessario lavorare in gruppo e sul gruppo, ma anche creare reti all’interno della scuola e con il territorio, in grado di sostenere i ragazzi.
Questo è, in effetti, il ruolo dello psicologo di comunità, il cui compito è particolarmente importante nell’era della digitalizzazione.
I progetti proposti in questa pagina sono degli esempi declinabili in base alle esigenze della struttura richiedente ed eventualmente integrabili con uno sportello psicologico interno alla scuola
Formazione per insegnanti e genitori:
adolescenti e digitale
Spesso quando gli adulti parlano degli adolescenti fanno riferimento alla propria adolescenza, ricordando da un lato come questa sia un'età "difficile", e cercando dall'altro dei punti di riferimento in quello che è stato, a suo tempo, il rapporto con i propri genitori.
L'avvento dell'era digitale, però, richiede di prendere atto del cambio radicale del contesto culturale di appartenenza, e dunque di fare dei ragionamenti molto diversi rispetto a un tempo, per comprendere come relazionarsi con i ragazzi.
Per comprendere meglio la complessità del contesto in cui vivono gli adolescenti di oggi possiamo prendere ad esempio la difficoltà in cui si trovano a vivere i figli di migranti nati in un paese diverso da quello dei propri genitori.
Una lingua differente e usanze differenti possono creare non soltanto grosse incomprensioni, ma fanno sì che i ragazzi debbano cavarsela da soli in un mondo relativamente nuovo anche per gli adulti, che in quanto “migranti digitali” hanno un’esperienza e un know how ancora piuttosto limitati. Non ci riferiamo alle competenze tecniche, rispetto alle quali spesso bambini e ragazzi possono avere molta più dimestichezza rispetto agli adulti, quanto alla capacità di valutare i rischi e le conseguenze su un piano emotivo, psicologico e relazionale, su sé stessi e sugli altri. La tecnologia, come abbiamo potuto sperimentare soprattutto nel periodo di lockdown, è sicuramente una grande risorsa, ma, come tutti gli strumenti in grado di cambiare e influenzare la nostra vita, oltre alle potenzialità può celare diverse e pericolose insidie che necessitano di essere riconosciute e monitorate dagli adulti. In particolare, è fondamentale conoscere i meccanismi della rete, la difficoltà di prevedere le conseguenze a cascata del suo utilizzo derivante dall’intreccio di alcune sue caratteristiche peculiari, quali: i limiti spazio-temporali indefiniti, la velocità con cui il digitale si evolve, i fenomeni “sommersi” della rete, oltre a quelli conosciuti, come il cyberbullismo che in quei mesi è aumentato a livello esponenziale. Altro aspetto da non sottovalutare e che occorre conoscere riguarda gli effetti collaterali del digitale sia sulla mente che sul corpo, come la difficoltà di concentrazione, i disturbi del sonno, l’affaticamento oculare, gli stati di agitazione o di apatia, e in generale di disregolazione emotiva.
Avere una competenza digitale significa dunque non soltanto sapere come funzionano i programmi/social più utilizzati, ma essere coscienti degli effetti e dei pericoli che la rete nasconde del mondo digitale per sapersi muovere consapevolmente e in sicurezza.
Formazione specifica su bullismo e cyberbullismo, per Dirigenti, Docenti e Genitori
Bullismo e cyberbullismo sono fenomeni che meritano una grandissima attenzione, non soltanto perché sono sempre più diffusi e di gravità crescente e allarmante, ma perché i loro effetti si ripercuotono su aree sempre più vaste della società, sebbene spesso non sia semplice percepire la portata del fenomeno se non nel momento in cui se ne fa esperienza diretta.
Gli aspetti preoccupanti non sono rappresentati solamente dagli eventi più gravi che le cronache purtroppo ci riportano, ma anche l’instaurarsi di dinamiche gruppali, spesso anche all’interno della classe, che agiscono anche sulla formazione dell’identità dei ragazzi, in una fase delicata della loro crescita. Quando non si interviene efficacemente, tali modalità di comportamento possono cronicizzarsi e permanere anche nell'età
adulta, nei luoghi di lavoro ad esempio, generando situazioni potenzialmente pericolose. Ecco perché la scuola e la famiglia, le due istituzioni con maggior possibilità di intervento educativo, nel senso più ampio del termine, hanno una grande responsabilità da questo punto di vista, e necessitano di essere supportate in questo compito che è sempre più difficile da sostenere.
Per questo non è sufficiente intervenire solamente in maniera puntuale e in caso di singoli episodi: è importante invece indagare a fondo le radici del disagio, che portano allo svilupparsi di comportamenti in grado di provocare talvolta molta sofferenza, e intervenire efficacemente sulle capacità relazionali dei ragazzi, sostenendoli nella costruzione sana della propria identità.
La formazione che proponiamo è innovativa in quanto cerca di comprendere i processi che stanno alla base del bullismo e del cyberbullismo su piani diversi, ma fra loro interdipendenti, al fine di intervenire efficacemente offrendo ai ragazzi un solido punto di riferimento. Essi riguardano:
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aspetti psicologici e neurobiologico/corporei alla base del comportamento del singolo e del gruppo;
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aspetti riguardanti gli effetti del digitale a livello psicologico e psicocorporeo
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alcuni elementi di tipo giuridico, importanti nella misura in cui aiutano a riflettere su come gestire la responsabilità delle proprie valutazioni e decisioni al riguardo.
Laboratori per studenti sul bullismo/cyberbullismo
Quanto sono consapevoli i ragazzi di che cosa sia un atto di bullismo? Quanto sono in grado di distinguerlo da uno scherzo o da un reato? Quanto sono consapevoli delle ferite o delle conseguenze che si possono provocare a un altro? Spesso le distinzioni fra le tipologie di comportamento non sono così chiare non solo agli adolescenti, ma neppure agli adulti. I fatti di cronaca ci dimostrano come atteggiamenti e comportamenti spesso sottovalutati o minimizzati possano portare chi li subisce anche a decisioni drastiche molto gravi, segno che i vissuti possono essere di grande sofferenza, ben maggiore di ciò che a prima vista ci si potrebbe aspettare.
L’utilizzo massiccio dei social network ha contribuito ad aumentare la confusione fra i diversi registri, grazie all’assenza sul web di feedback di comunicazione non verbale, come il tono di voce e le espressioni facciali e gestuali, che non fanno percepire la reazione dell’altro a un proprio commento, ad esempio. Indagini internazionali dimostrano infatti che non sempre i cyberbulli sono in grado di comprendere la dimensione e la portata delle azioni compiute e di valutarne le conseguenze sulla vittima. Ciò che avviene in rete, inoltre, viene spesso sottovalutato in quanto ritenuto “virtuale e dunque inoffensivo”, come se non potesse avere effetti reali sulla persona dall’altra parte, mentre invece esistono molti fattori che accrescono e amplificano le potenzialità negative di un gesto attuato sul web.
Il presente progetto mira, in una prima fase, a stimolare le riflessioni dei ragazzi sulla natura di una serie di comportamenti,che potrebbero essere considerati o meno atti di bullismo, attraverso un questionario anonimo, i cui risultati diventano la base di una successiva riflessione collettiva. Successivamente, all’interno del gruppo di discussione, si stimolerà il confronto fra atti di bullismo e cyberbullismo al fine di favorire la consapevolezza nei ragazzi delle conseguenze dei propri comportamenti.
Il laboratorio può essere proposto anche come introduttivo alle altre due tipologie di laboratori descritte di seguito.
Laboratori per ragazzi:
Role playing e Intelligenza Corporea
Il mondo del digitale non favorisce i processi relazionali empatici, ovvero quelli che ci consentono di sintonizzarci con i vissuti dell’altro e di metterci nei suoi panni. Questo è uno dei motivi più importanti per cui il cyberbullismo si diffonde a macchia d’olio: il web consolida una modalità di relazione in cui l’altro non è realmente presente e non è percepito. In particolare, gli adolescenti si trovano in una fase della crescita in cui il vissuto emotivo è particolarmente intenso, ma data la loro struttura ancora in formazione, molto spesso i ragazzi hanno difficoltà a comprenderlo e a gestirlo.
L'approccio da me proposto mira a sviluppare l'intelligenza corporea, che consiste nella capacità di percepire e descrivere le proprie emozioni a partire da ciò che sentiamo nel corpo, ovvero il luogo in cui esse si generano, per poterle poi elaborare a livello psicologico, ripercorrendo esperienze vissute.
Il Role Playing è una metodologia attiva che, attraverso la simulazione di scene potenzialmente critiche, aiuta i ragazzi a calarsi nelle situazioni e nei diversi ruoli, a comprendere le dinamiche e i rischi ad esse legati.
I laboratori proposti uniscono le due metodologie per offrire un’esperienza intensa e costruttiva, che favorisce l’apprendimento e la consapevolezza di sé e dell’altro a partire dall’esperienza
Obiettivi: attraverso la simulazione di una scena di bullismo/cyberbullismo, in cui siano presenti tutti gli “attori” di una situazione tipica (bulli, vittime, spettatori):
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promuovere l’ascolto di sé, a partire dalle emozioni e sensazioni corporee, come base per comprendere i vissuti dell’altro
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favorire la presa di coscienza delle dinamiche di gruppo e migliorare quelle eventualmente disfunzionali
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riflettere sulle responsabilità degli spettatori
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promuovere le abilità sociali e l’alfabetizzazione emotiva
Gruppi di confronto per insegnanti
Gli insegnanti trascorrono molto tempo con gli studenti, e dunque il loro punto di vista è molto prezioso per comprendere la realtà dei ragazzi e le difficoltà che emergono all'interno della classe.
Uno spazio di confronto mirato, in cui ci sia la possibilità di esporre i propri punti di vista e vissuti - anziché portarseli a casa - è molto utile in caso di difficoltà. Quelli che sono elementi di stress, se accolti e messi al lavoro in un gruppo di confronto guidato da un esperto possono trasformarsi in risorse per trovare nuove prospettive e modalità di lavoro comune.
Il gruppo di confronto può essere utile a diversi livelli:
- come punto di partenza per una progettazione mirata in classe
-come luogo di monitoraggio ed elaborazione di ciò che accade in aula
-come luogo in cui esporre problematiche rispetto alle quali si necessita di un supporto.
Tutti i progetti vengono pensati ad hoc per le esigenze della singola scuola.
Per maggiori informazioni o per un appuntamento
scrivere a info@somatopsyche.it o telefonare allo 039/9000724
e chiedere della dott.ssa Maria Concetta De Giacomo