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MULTITASKING O MULTIFOCUS?

Fare più cose contemporaneamente influisce sulle funzioni cognitive

Il multitasking, ovvero la capacità di svolgere più compiti contemporaneamente, è ormai diventato la normalità in seguito anche all’utilizzo costante di apparecchi digitali e tecnologici - quali il telefonino o il computer - che affiancano lo svolgersi di ogni attività quotidiana. Tuttavia sono le generazioni più giovani ad utilizzare questa modalità di lavoro in modo massiccio, in particolare nella variante “tecnologica”: ascoltare musica, rispondere ai messaggi o navigare in rete durante le ore di studio risulta infatti essere la modalità privilegiata da moltissimi ragazzi per svolgere i compiti che vengono loro assegnati e per confrontarsi con i compagni.


D’altra parte non è nemmeno possibile negare che, per i ragazzi, sia molto facile essere distratti dagli apparecchi tecnologici durante le ore di studio (Rosen et al., 2013), basti pensare al numero di schermate aperte simultaneamente su un pc o al fatto che sia possibile essere avvisati da una vibrazione ogni volta che si riceve un messaggio.


Le ricerche condotte in questo ambito mostrano che i processi di apprendimento sono influenzati negativamente dall’utilizzo quotidiano del multitasking, specialmente se mediato dalla tecnologia (Adler & Benbunan-Fich, 2013; Junco & Cotten, 2011); fare più cose contemporaneamente riduce drasticamente i livelli di efficienza e produttività della persona (Silva et Kamal, 2013), abbassa il livello di QI, produce sintomi simili a quelli del Disordine da Deficit di Attenzione, aumenta i livelli di stress, diminuisce la performance e incrementa la possibilità di sbagliare e il senso di affaticamento (Freedman, 2007; Rosen, 2008; Bannister & Remenyi, 2009). In generale può ridurre la materia grigia del cervello e limitare la creatività e la memoria a lungo termine (Carillo, 2017).


Alla luce di tutto questo, è davvero possibile svolgere più attività contemporaneamente? La risposta è: solo in parte. L’essere umano infatti non è multitasking, poiché il cervello è in grado di svolgere in maniera efficiente solamente due compiti in contemporanea e solo se uno di questi è completamente automatizzato (per esempio guidare e parlare) (Charron et Koechlin, 2010).


Quello che viene definito multitasking, perciò, non è altro che un alternare più o meno velocemente il focus dell’attenzione passando dal fare un compito al farne un altro in modo alternato. Questo “multifocus”, tuttavia, fa perdere tempo ed energia richiesti dal continuo spostamento dell’attenzione (si parla del 30-40% di efficienza in meno) con il risultato che nessuno dei compiti viene svolto in maniera ottimale.


Nella conferenza “Adolescenti nella rete”, che si terrà online su piattaforma zoom il 27 Novembre 2020, si parlerà dei cambiamenti dovuti alla digitalizzazione e i suoi effetti.



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