"Di fatto, nel linguaggio comune, lo stato depressivo viene formulato con metafore corporee. Esso si declina in immagini di un corpo fermo, immobilizzato, "che non va più", "più come prima", che "non fa più fronte", che "abbassa la guardia", e così via. E non si dice anche, come aveva notato Lacan nel seminario sull'angoscia, "mi ritiro" per dire "rinuncio", mentre il dolore viene evocato con immagini di pietrificazione e di movimento impedito?
(Colette Soler, "Quel che Lacan diceva delle donne")
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