L’uomo moderno, in quanto è ancora cartesiano, è un soggetto la cui autocoscienza di io che pensa è per lui al di sopra di tutto […] l’unica realtà indubitabile. Quanto più egli è capace di sviluppare la sua coscienza in contrasto con gli oggetti, tanto più può manipolare gli oggetti secondo i propri interessi, ma anche tanto più tende a isolarsi nella propria prigione soggettiva […]. La coscienza moderna tende a creare questa bolla solipsistica di consapevolezza – un io-sé isolato e fuori da ogni contatto con gli altri sé in quanto sono tutti “cose” più che persone. (Merton, 1968)
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