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RIEQUILIBRIO POSTURALE

AD APPROCCIO GLOBALE

Metodo Raggi® con Pancafit®

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Perchè rivolgersi ad un posturologo?

Il posturologo è un professionista che interviene sugli squilibri posturali secondo una prospettiva di riequilibrio funzionale del sistema muscolo-scheletrico. La postura infatti è il frutto dell'adattamento continuo della persona al suo ambiente, principalmente scolastico-lavorativo a partire dai recettori sensoriali che trasmettono informazioni al sistema nervoso e da questo ai muscoli.

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La cronicizzazione di schemi disfunzionali può portare alla genesi di diversi disturbi fra i quali problematiche posturali (atteggiamenti cifotici, iperlordotici, scoliotici) , dolori osteo-articolari e muscolo-tensivi e neurologici come il mal di schiena, mal di testa, tendiniti, e dolori dell'apparato muscolo-scheletrico in genere. 

È preferibile richiedere una consulenza quando i sintomi sono sopraggiunti da poco, per evitare il consolidarsi di alterazioni degli schemi posturali, che possono a loro volta generare ulteriori disturbi. Le possibilità di recupero e l'efficacia del trattamento sono strettamente correlate al livello di cronicizzazione del sintomo.

La postura disfunzionale :

tante cause e conseguenze possibili per un ragionamento complesso. 

Spesso capita che una postura disfunzionale sia il risultato di cause sottostanti che non sono immediatamente percepibili, a causa di schemi corporei adottati inconsapevolmente allo scopo di risparmiare energia e di non sentire un dolore ove presente. 

Le disfunzioni del sistema muscolo-scheletrico possono essere a loro volta alla base di molti disturbi: da quelli più comuni come il mal di testa e il mal di schiena, ad altri più insospettabili, come ad esempio il reflusso gastroesofageo, potrebbero in alcuni casi derivare da un assetto posturale disfunzionale. Poichè infatti l'esofago passa attraverso l'orifizio diaframmatico, nel caso in cui vi fossero degli squilibri posturali che coinvolgono il diaframma questo potrebbe avere un effetto negativo sullo sfintere dell'esofago che non riesce così ad impedire il reflusso.

Anche fattori emotivi possono concorrere a generare un dolore o uno squilibrio muscolo-scheletrico. Allentare le tensioni muscolari attraverso il Metodo Raggi® con Pancafit®può agevolare la presa di contatto con sensazioni corporee dimenticate, che come abbiamo visto possono derivare da molteplici motivazioni, favorire il miglioramento della propria Competenza Somatica®.

Lavorando secondo il Modello dell'Istituto di Psicosomatica Integrata®, il posturologo utilizzerà le proprie competenze per comprendere la specifica situazione della persona tenendo conto della complessità degli elementi in gioco, eventualmente avvalendosi degli altri professionisti dell'équipe. 

Il Metodo Raggi®

Metodo Raggi®con Pancafit® - Riequilibrio Posturale ad approccio globale - attraverso l'allungamento muscolare globale decompensato e la corretta tecnica di respirazione diaframmatica ha lo scopo di restituire il normale tono muscolare e di sbloccare le articolazioni migliorando anche, di conseguenza, la circolazione venosa e linfatica

 

La possibilità che il metodo offre  di disattivare temporaneamente gli schemi compensatori consente di indagare in maniera approfondita eventuali cause sottostanti derivanti dalla storia della persona, dal suo stile di vita, o da eventuali traumi

Si tratta infatti di una mirata strategia di posture specifiche, attraverso la quale si arriva ad agire sulle varie strutture miofasciali e neurologiche che si sono organizzate secondo schemi che col tempo sono divenuti disfunzionali generando talvolta dolore, rigidità. 

 

Durante il rilascio delle tensioni muscolari può accadere che riaffiorino ricordi ed emozioni dimenticate, che possono rivelarsi in alcuni casi determinanti per la riuscita del trattamento.

L'importanza della visione d'insieme

L'indagine anamnestica è uno strumento fondamentale per ragionare secondo una visione d'insieme, tanto da essere utilizzato durante tutto il percorso. Il presupposto è che la postura sia in grado di raccontare la storia della persona a partire dal suo corpo. 

Dal punto di vista biomeccanico si ricercano i traumi fisici passati, le cicatrici, gli interventi chirurgici, le malocclusioni (di origine iatrogena e non), i vizi posturali, i modi scorretti di fare attività o di usare il corpo.

L'indagine però non si limita a questo: il posturologo formato al Metodo Raggi® con Pancafit® esplora, fin da subito, i vari ambiti della vita della persona, ricercando anche la presenza di fattori che apparentemente non si ritengono collegati al dolore manifestato. 

Analisi posturale

L'analisi posturale consiste in una osservazione attenta e accurata della persona, al fine di evidenziare aspetti salienti, evidenti compensazioni e in generale la sua organizzazione strutturale. Gli elementi emersi possono confermare il quadro anamnestico o rilevare dei contrasti, creando la necessità di approfondire l'indagine. I successivi test posturali forniscono ulteriori indicazioni per comprendere le logiche che hanno generato lo specifico assetto posturale del soggetto individuandone i vettori di forza. 

Questa fase della seduta è utile sia inizialmente per individuare le priorità sulle quali è più opportuno lavorare, sia in seguito come punti di repere per monitorare l'andamento del percorso effettuato.

Trattamento

Una volta individuati i punti salienti della situazione del soggetto, il posturologo interverrà attraverso trattamenti manipolativi e training individuali, anche attraverso l'assegnazione di una routine di esercizi da eseguire autonomamente a casa.

I risultati conseguiti vengono riconsiderati ad ogni seduta successiva, in modo da poter operare di volta in volta degli aggiustamenti del percorso individuale. Qualora durante il percorso emergessero degli elementi rilevanti per le problematiche riscontrate, sarà possibile avvalersi delle competenze degli altri professionisti dell'équipe. 

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Approfondimenti

La postura si sviluppa in relazione all'equilibrio

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La grande sfida della conquista della posizione eretta è quella di contrastare la forza di gravità. Durante la crescita, questo apprendimento avviene gradualmente, con continui aggiustamenti in relazione alla necessità di mantenere l'equilibrio ed evitare di cadere, in base agli stimoli dell'ambiente esterno. In base alle risorse che ciascuno mette in atto per mantenere l'equilibrio, si svilupperanno atteggiamenti che richiedono un utilizzo particolare del sistema muscolo-scheletrico, influenzando così la postura.

Un esempio lampante di questo processo riguarda lo sviluppo del senso dell'equilibrio nei bambini e nei ragazzi che vivono in un ambiente cittadino e che trascorrono poco tempo all'aria aperta nella natura. Gli ambienti naturali infatti sono caratterizzati da un suolo disomogeneo, che

stimola costantemente i recettori podalici (sotto i piedi) in maniera da richiedere continui aggiustamenti dell'equilibrio cosa che avviene in maniera molto ridotta nell'ambiente cittadino. Lo stesso si può dire rispetto a tutti gli altri recettori , come occhi e orecchie, ma anche agli enterocettori, ovvero quei nervi che trasmettono al sistema nervoso le informazioni provenienti dai visceri. Per questo motivo è necessario consideraremolti elementi durante il ragionamento  al raggiungimento di una postura migliore dal punto di vista funzionale.

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Perché l'organismo modifica una postura?

Secondo la legge del risparmio energetico gli schemi posturali che il corpo adotta mirano a spendere la minor energia possibile. Ad esempio quando si svolge un lavoro ripetitivo o di grande fatica fisica, per evitare che tutto il carico vada a gravare sui muscoli, l'organismo si adatta modificando e irrigidendo alcune strutture ossee e consolidando alcuni schemi neurologici. Se questo processo permane a lungo, si produrrà una cronicizzazione rendendo molto più difficile intervenire. Questo è il motivo per cui è consigliabile lavorare sulla prevenzione

Un altra regola che governa l'adattamento posturale riguarda il dolore. È ormai universalmente riconosciuto che quando ci facciamo male ad una caviglia tenderemo ad utilizzare maggiormente l'altra gamba per non sollecitare la parte dolorante. 

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Lo stesso principio però si applica  anche in altre situazioni di cui non siamo consapevoli. Un altro esempio piuttosto frequente è quello del sovraccarico epatico che crea un irrigidimento dei tessuti del fegato e delle fasce che lo contengono (capsula di Glisson). Poichè queste fasce si connettono alle strutture circostanti, si potranno creare talvolta delle tensioni, per ridurre le quali il sistema muscolo-scheletrico potrà adottare degli schemi posturali particolari, ad esempio portando avanti la spalla.

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